Venerdì 8 dicembre ore 18.00 inaugurazione Mostra Fotografica di Daniela Bombelli, Marco Toschi e Zaira Ricca
Venerdì 8 dicembre verrà inaugurata a Bergeggi una mostra fotografica molto particolare, che vedrà convivere stili artistici e fotografici differenti. Gli artisti che esporranno le proprie opere metteranno a nudo la propria visione della vita, della morte, dell’amore, e delle tante tematiche che struggono l’animo umano. Complice sempre la luce.
La mostra, con il patrocinio del Comune di Bergeggi, verrà inaugurata venerdì 8 dicembre alle ore 18.00 presso la sala polifunzionale della SPA Nova Luna et Stellis, all’interno del meraviglioso complesso Dominio Mare di Bergeggi.
L’inaugurazione, con buffet e brindisi, avrà il seguente orario: dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile sino all’8 gennaio 2018. Per info: SPA Nova Luna et Stellis Tel. 019 25 70 400
Lasciamo ora la parola agli artisti, che si presentano così:
Daniela Bombelli
Perché dovrei tradurre o spiegare ciò che dice?
Perché dovrei descrivere la mia realtà artistica?
È possibile descrivere un progetto, una singola opera.
Raccontare a qualcuno perché fai arte in un certo modo, non ha molto senso.
Ognuno ha il diritto di fare e pensare quello che vuole con la mia arte.
La mia arte è semplicemente il mio punto di vista sulle cose che mi interessano di più.
Per me la bruttezza è spesso oltraggiosa e la bellezza è spesso vuota.
Bello e brutto sono solo opinioni personali.
Credo che l’artista sia qualcuno che é consapevole di assumersi apertamente la responsabilità della propria visione interiore, della sua versione del mondo che lo circonda.
Direttamente, autenticamente, liberamente.
L’arte è certamente un’altra forma, un aspetto o un modo di essere in intimità.
È avere una conversazione privata molto delicata.
È uno scambio: una situazione faccia a faccia, tra te e me.
L’arte è un gesto. Quindi uso spesso musica per scrivere poesie, il suono delle parole per dipingere, un moto del corpo per scrivere una sonata e qualsiasi tecnica pittorica per fare fotografie.
L’arte è “essere”.
Se, come credo fermamente, non esiste alcuna differenza tra la vita e l’arte, entrambe hanno dentro tutto ciò che è funzionale per creare qualsiasi cosa.
La vita e l’arte sono imprevedibili, sorprendenti, terrificanti o magiche, sempre strane.
Per creare la vita e naturalmente l’arte, tutto è utile senza limitazioni.
Chiedetevi cosa volete che accada nella vostra vita,.
Così facendo avrete scoperto anche il mio più autentico intento artistico.
Marco Toschi
Ci sono fotografi che aspettano che la realtà doni loro immagini stupefacenti e, spesso, questo succede. La Natura, l’Universo e l’Essere Umano spesso regalano Bellezza a chi è pronto a coglierla. Per Marco Toschi non è così. Non lo vedrete mai girovagare con la macchina fotografica al collo in attesa di un tramonto o del volo di un gabbiano.
Per Marco Toschi la fotografia è fatta di studio, di progetto, di pensiero. Questi tre elementi primari stanno alla base della sua filosofia fotografica ma non bastano a definirla nella sua interezza. Manca il collante, il liquido, l’agente scatenante che lievita e fa crescere ogni suo progetto artistico: estro e passione.
Da questi componenti nascono quindi progetti come: “Lupus in fabula”, “Uomini in fiore”, “Dove è nascosta la tua ferita?”, progetti che negli anni hanno combinato una forte componente onirica a quella teatrale e ad una più intimista grazia anche al prezioso contributo artistico di Marzia Pistacchio Make up artist affermata.
L’ultimo nato è ” Luci crepuscolari”, un viaggio fotografico attraverso uno dei panorami preferiti da Marco: il corpo umano.
Tra le immagini suggestive della mostra, infatti, scopriamo che il corpo diventa altro, ci ritroviamo a concepire curve come colline, un ventre diventa una pianura feconda, un braccio un paesaggio crepuscolare o un panorama lunare.
Il corpo diventa luogo, ma anche tempio, ma anche spazio, ma anche tempo.
Sta proprio qui la magia che pervade le foto di Toschi: nel non andare a cercare la Bellezza in maniera passiva, ma di macerarla, magari per mesi, nel proprio intimo, per poi crearla all’interno del proprio studio fotografico.
La luce incerta e malinconica che segue il tramonto, ma anche il bagliore diffuso che precede l’alba: ispirandosi al modo in cui la luce ridisegna forme e profili al crepuscolo, Zaira Ricca ha voluto giocare con le linee sinuose del corpo umano.
I suoi soggetti sono creature di luce e ombra che, colpiti dal lampo del flash, lentamente si risvegliano e rivelano la propria fisicità.
Ma il crepuscolo è anche trasformazione e momento di passaggio, un cambiamento che Zaira Ricca, come fotografa emergente, sente suo e decide di raccontare attraverso dieci scatti nei quali i modelli ritratti progressivamente appaiono più luminosi, più completi.